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Disturbi dell'Apprendimento
I Disturbi dell'Apprendimento sono un mondo in cui perdersi è molto facile, sia per la scuola che per la famiglia.
Essi includono: la Dislessia (difficoltà di lettura), la disortografia (la difficoltà a scrivere correttamente suoni e parole della propria lingua), la disgrafia (la difficoltà grafica di scrivere parole e numeri) e la discalculia (difficoltà nelle operazioni matematiche).
Innanzitutto è bene chiarire che, anche se viene chiamato "Disturbo"dell'Apprendimento, esso non rappresenta una malattia, né un impedimento che ostacolerà la realizzazione del bambino o della bambina.
Si parla oggi infatti di Biodiversità; a chi viene diagnosticato un disturbo dell'apprendimento spesso viene anche rilevato un quoziente intellettivo nella norma se non addirittura superiore.
Questo significa che i genitori che escono con una diagnosi di Dislessia, Disortografia, Disgrafia o Discalculia non devono interpretare tale documento come una sentenza emessa da un giudice sul futuro del proprio figlio.
Molto spesso chi ha un Disturbo dell'Apprendimento ha grandi risorse che seguono strade non convenzionali per la loro acquisizione, interiorizzazione ed espressione. Non è un caso se molti musicisti, artisti e scienziati che hanno fatto la storia erano dislessici.
Certo, non è escluso che chi abbia difficoltà di apprendimento possa anche avere altri tipi di problemi, cognitivi od emotivi, ma questo non significa che non possano imparare e stare al passo dei loro compagni di classe.
Più che sui numeri, sulle curve statistiche e sul confronto con gli altri dobbiamo imparare a ragionare in termini qualitativi, ponendoci le domande:
- Come posso migliorare la qualità dell'apprendimento di uno studente o di una studentessa?
- Come posso organizzare lo spazio attorno a lui/lei per far sì che possa avere accesso alle stesse informazioni degli altri ma con una modalità più comprensibile?
- Come posso fargli capire che la sua diversità cela risorse ampie per sé stesso e per gli altri?
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In altre parole, l'obiettivo che come clinico mi pongo con chi ha questa diagnosi, non è quello di "Guarire", poiché dalla dislessia, dalla disortografia e dalla discalculia non si guarisce non essendo una malattia ma un modo di essere.
Nel mio lavoro punto piuttosto a rinforzare e potenziare le abilità acquisite e a scoprire quelle da acquisire, tenendo sempre a mente che il lavoro non è solo cognitivo ma anche e soprattutto motivazionale ed emotivo.
Uno studente o una studentessa devono poter imparare ad usare strategie di lavoro e strumenti diversi che permettano loro di accedere alle stesse informazioni degli altri accrescendo il loro senso di autoefficacia ed autostima.